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Tindari

Tindari è un piccolo borgo della provincia di Messina, uno scrigno prezioso che racchiude la bellezza della natura incontaminata, la storia con le sue leggende e la devozione dei fedeli alla Madonna Nera.

Tindari fu fondata nel 396 A.C. da Dionisio I di Siracusa per diventare una zona strategica per i mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine. L’origine del suo nome viene attribuito al Re di Sparta, Tindaro, da qui Tindari. Fu conquistata dai romani, per poi essere saccheggiata nell’836 dagli arabi. Purtroppo, intorno a I secolo D.C. la città venne colpita da una frana devastante, e successivamente nel IV secolo subì le conseguenze distruttive di ben due terremoti.

Cosa vedere a Tindari

Ecco cosa vedere a Tindari:

  • Il Santuario di Tindari della Madonna Nera
  • Laghetti di Marinello
  • Area Archeologica di Tindari

Il Santuario di Tindari della Madonna Nera

La particolarità del Santuario di Tindari la fa la sua storia e la leggenda che ruota intorno alla sua protagonista: la Madonna Nera. Per comprenderne meglio le origini del Santuario attuale dobbiamo fare un tuffo nel passato, precisamente tra 1552 e il 1598; il cui Vescovo Monsignor Tommaso Ruffo fece costruire l’edificio che divenne sede diocesana. In seguito allo sbarco degli Arabi, che distrussero in parte la città, secondo cenni storici e testimonianze riportate su testi di antichi scrittori, la chiesa fu risparmiata, l’ipotesi è che al suo interno già ci fosse la statua della Madonna. Il Santuario nel corso dei secoli ha subito dei restauri, mantenendo però sempre la sua forma originale.

Nel 1953 Mons. Pullano si rese conto che la struttura era insufficiente ad accogliere i fedeli, e anche se c’erano tanti progetti di ampliamento, si decise di costruirne una nuova lasciando però intatta la chiesetta antica.

Il culto della Madonna Nera si presume che risale al periodo bizantino, in cui c’era la persecuzione iconoclasta.

La storia narra, che la nave di ritorno dall’Oriente, nascondesse dentro la stiva l’immagine della Madonna che era stata sottratta per non essere distrutta. L’imbarcazione, fu investita improvvisamente da una tempesta costringendo l’equipaggio a trovare riparo presso la baia del Tindari, ma quando la tempesta si ridestò la nave non riuscì più a partire, dopo tanti tentativi decisero di alleggerire il carico scaricando il Simulacro della Vergine; solo allora la nave riuscì a partire.

I marinai che si trovavano nella spiaggia riuscirono a portare sulla riva la cassa, aprendola videro l’immagine della Vergine che teneva in braccio un bambino, decisero di portare la Statua nel luogo più bello e alto: Tindari dove già esisteva una comunità cristiana.

Dell’autore che creò l’opera non abbiamo notizie, solo attraverso lo stile dell’opera riusciamo a collocare la sua costruzione dopo il Concilio di Efeso in cui fu definita la divina maternità di Maria.

La statua si presenta con la Madonna Nera seduta mentre regge in grembo il Figlio divino, con la mano destra sollevata benedicente, nel capo indossa una corona stile orientale a turbante con decorazioni arabeschi dorati.

A essa è legata la leggenda della madre e della bambina che la Madonna salvò, dall’annegamento. Si racconta che una donna avesse una figlia gravemente malata, e che fece voto alla Madonna del Tindari, quando la figlia guarì decise di ringraziare la Vergine Maria recandosi al Santuario, rimase così sorpresa e delusa alla vista di una Madonna Nera che esclamò: “Sono partita da tanto lontano per vedere una più brutta di Me?”

La bambina che si era allontanata dalla vista della madre precipitò dalla cima del colle, la donna disperata tornò a pregare in ginocchio davanti alla statua chiedendo:” Se siete voi la miracolosa Vergine che per la prima volta mi avete salvato mia figlia, salvatela ancora”.

Ed il miracolo avvenne; proprio lì dove prima c’era il mare si erano formate delle spiagge, una raffigurante una donna con le mani giunte in preghiera e l’altra vi era seduta la bambina che giocava tranquillamente. Il marinaio che era andato in soccorso alla bambina la restituì sana e salva tra le braccia della sua mamma.

La donna commossa per la misericordia che la Vergine gli aveva mostrato esclamò: “Veramente voi siete la Gran Vergine Miracolosa”.

Leggenda o miracolo questo non ci è dato sapere ma sappiamo che ogni anno una folla di devoti tra il 7 e l’8 settembre (festa in onore della Madonna Nera del Tindari) visita il Santuario e affacciandosi dalla cima ammira il mare circondato da quella sabbia formatosi miracolosamente che ancora oggi è visibile a tutti i suoi fedeli.

Laghetti di Marinello

Riconosciuti nel 1998 come Riserva Naturale protetta, si estendono per circa 400 ettari e si trovano proprio sotto Tindari. I Laghetti di Marinello sono un’area lagunare che cambia continuamente la sua morfologia creando i “laghetti”. Questo fenomeno può essere analizzato sia dal lato scientifico che da quello mistico-sacro.

Per quanto riguarda la scienza trova risposta alla nascita del fenomeno l’azione del Mar Tirreno, che con le mareggiate spinge la sabbia e la ghiaia, creando i laghetti e facendogli assumere forme e consistenze diverse.

La caratteristica di questa riserva è data anche dalle pareti rocciose che nel corso degli anni diverse specie di uccelli migratori hanno scelto come habitat ideale per nidificare. Anche i laghetti ci regalano una fauna lagunare composta da piccoli crostacei, piante e pesci.

Lungo la scogliera troviamo numerose grotte, una in particolare chiamata la “Grotta di Donna Villa” a strapiombo sul mare, non facilmente raggiungibile, ed è per questo che intorno ad essa aleggia la leggenda che fosse il luogo in cui si nascondeva la Maga Circe, personaggio mitologico presente nell’Odissea di Omero. L’incantatrice, chiamata così dai marinai poiché con il suo canto li ammaliava facendoli cadere nella sua trappola e divorandoli, qualora i malcapitati sfuggivano dalle sgrinfie della donna, lei per rabbia affossava le dita nelle pareti della grotta, in cui oggi i segni sono rappresentanti da cavità.

Se da un lato gli scienziati attribuiscono tutto il merito al Mar Tirreno, dall’altro i fedeli devoti alla Madonna Nera le riconosco la nascita grazie al miracolo. Sostengono che la bambina precipitata dalla cima del colle del Tindari, sia stata miracolosamente tratta in salvo per intercessione della Vergine Nera che facendo ritirare le acque del mare ha formato delle strisce di sabbia in cui venne ritrova la bimba sana e salva. Ad avvalorare tale tesi è proprio una tra le particolari forme di sabbia che si è creata, guardandola ad occhio nudo e dall’alto sembra raffigurare la sagoma di una donna con le mani giunte che prega, riallacciandosi la leggenda della madre che chiede alla Madonna di salvare per la seconda volta la figlia.

Come arrivare ai Laghetti di Marinello

Per raggiungere e godere della bellezza naturale che solo la Riserva regala basta arrivare con l’auto a Marinello per poi proseguire a piedi attraversando la lingua di spiaggia chiamata coda di volpe per via della sia forma ed apprezzare dal vivo il suggestivo azzurro del mare con il suo maestoso panorama.

Area archeologica di Tindari

Dal 1838 al 1998, grazie al lavoro di tantissimi esperto, furono portati alla luce i resti dell’antica città che oggi possiamo ammirare e avere un’idea chiara di come era strutturata l’antica città greca.

Sono stati ritrovati e restaurati: mosaici, sculture, ceramiche, resti di edifici.

L’area storica fa parte del “Parco Archeologico di Tindari”.

La città era caratterizzata da un impianto urbanistico che presentava tre “decumani” (strade principali larghe) chiamate così dai romani, che abbracciavano da sud a nord, e da est a ovest la città per poi dislocarsi in isolati, che i romani chiamavano “Insulae” l’area in cui sorgevano sei botteghe, due Domus (abitazioni tipiche romane), le Terme Pubbliche, la Basilica, il Teatro Greco e l’Antiquarium. All’interno delle Domus sono presenti capitelli in pietra e pavimenti con mosaici.

Dall’altra parte del decumano troviamo la Basilica o sala riunione che si estende su tre piani con una grande navata in cui sono presenti nove archi trasversali. Si pensa che l’imponente struttura potesse essere la porta monumentale, in cui erano presenti la statua aurea di Mercurio ed il monumento equestre del console Marco Claudio Marcello.

Le Terme Pubbliche invece erano molto probabilmente ubicate all’interno dell’Insula principale si affacciavano su un terrazzo proprio sotto al decumano superiore. Al suo interno alloggiato un cortile, un frigidarium con vasca da bagno, due tepidari e un calidarium. L’edificio si presentava con diverse stanze dai pavimenti a mosaici bianchi e neri in cui spiccavano immagini di simboli dell’antica Tyndaris, scene dell’epoca dionisiaca e creature marine mitologiche.

Il Teatro fu costruito in stile greco, per poi essere plasmato sullo stile dei romani, diventando sede che accoglieva i giochi dell’Anfiteatro. Si presenta a forma circolare con gradini, la cui vista affaccia sul Mar Tirreno, le isole Eolie e sui laghetti di Marinello. Solo alla fine del XIX secolo il teatro ritrovò il suo splendore, diventando scenario che ospita ad oggi eventi artistici, come il Festival di Tindari presente dal 1956 ad oggi.

L’ Antiquarium, racchiude tutta una serie di reperti che vanno dall’età preistorica a quella romana. Sono il risultato degli scavi, suddivisi in cinque sale che a sua volta conservano, secondo un criterio topografico e cronologico, diversi resti; tra cui vasellami pregiati, vetri, oggetti in bronzo, decorazioni architettoniche, iscrizioni greche e svariate sculture in marmo.

Come arrivare a Tindari

Per arrivare a Tindari in auto bisogna percorrere l’autostrada Messina-Palermo, per chi arriva da Messina bisogna prendere l’uscita Falcone mentre per chi arriva da Palermo deve prendere l’uscita Patti,; usciti dall’autostrada bisogna immettersi sulla ss113 e proseguire per Tindari. A circa 500 metri da Tindari è disponibile un ampio parcheggio attrezzato con bus Navetta, in alternativa è possibile parcheggiare e continuare a piedi.

Se arrivate in treno potete scendere alla stazione di Patti e utilizzare il servizio di pullman locale.

Dove dormire a Tindari

La Casa del Riccio

Via Sgrilla 2E - 98066 Tindari (ME)

Esperia b&b

Via Cristoforo Colombo 15 - 98060 Oliveri (ME)

Antica Tindari

C.da Moreri snc - 98066 Patti (ME)

Dove mangiare a Tindari

Trattoria Pane e Vino

Via Alessandro Manzoni 84 - 98066 Tindari (ME)

Antica Tindari

Contrada Moreri - 98066 Patti (ME)

La Locandina

Via Monsignor Pullano 1 - 98066 Tindari (ME)